Lettera n. 1293
- Mittente
- Tasso, Torquato
- Destinatario
- Polverino, Francesco
- Data
- 12 dicembre 1590
- Luogo di partenza
- Roma
- Luogo di arrivo
- Napoli
- Lingua
- italiano
- Incipit
- Di niuna cosa più mi doglio, che di conoscere che non solamente
- Regesto
Lettera di grande sconforto e delusione, come si evince anche dalla frequenza delle negazioni («non volendomi [...] non dovea [...] non dovevano ancora invitarmi non estimando»), per la mancata corresponsione dei nobili napoletani che avevano promesso di aiutare il poeta a tornare a Napoli e a recuperare l'eredità della dote materna. Tasso si mostra particolarmente deluso soprattutto noi confronti del destinatario, l'abate Francesco Polverino, che gli era sembrato la persona maggiormente interessata ad aiutarlo e a rispondere alle sue lettere. Riflette poi sulle azioni compiute dai nobili napoletani nei suoi confronti, spingendosi a dire che essi non avrebbero dovuto invitarlo, non volendo «cotesta città dar la vita e la sanità». Si duole ulteriormente del suo stato di salute e della sua precaria condizione. Ma nel tentativo di mantenere viva la speranza di un aiuto concreto da parte dei suoi patroni, Tasso lascia intendere che spera ancora di venire a Napoli per stampare le sue opere e per ripagare con giuste lodi la città a lui cara. La sua infermità, fisica ed economica, tuttavia gli ha impedito sino a ora di attuare questo proposito, sicché sollecita di nuovo l’aiuto dei suoi benefattori.
- Testimoni
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New York, The Morgan Library, MA 462, lettera n. 10, 83r-84v
Originale, manoscritto autografo.Unità di manoscritto composito.Lettera firmata, firma autografa, indirizzo presente, indirizzo su busta, segni di piegatura.
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Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Vat. lat. 10975, lettera n. 17, 15v
Copia, manoscritto di altra mano.Manoscritto.
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Bergamo, Biblioteca civica Angelo Mai e Archivi storici comunali, Cass. 6.15, lettera n. 113, 130v
Copia, manoscritto di altra mano.Unità di manoscritto composito.Indirizzo presente.Note: A c. 142r, in conclusione del gruppo di lettere scritte da c. 127r a c. 142r, è presente la seguente attestazione di autografia degli antigrafi: «Queste copie di lettere in numero quarantasei, si sono riscontrate con ciascuna de' loro originali, con diligenza e fedeltà: i quali originali sono di mano propria del Tasso e si conservano in Napoli appresso i Signori Nipoti, et heredi del Signor Abate Polverino, e in testimonianza del vero Noi qui sottoscritti ne facciamo fede. In Napoli 23 gennaio 1632. Io Gio. Camillo Gloriosi | Io Horatio da Feltro faccio fede di quanto di sopra».
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Firenze, Biblioteca nazionale centrale, Palatino 223, lettera n. 216, cc. 250-251
Copia, manoscritto di altra mano.Manoscritto.Lettera firmata, indirizzo presente.Note: Alla c.251, all'altezza di «corpo infermo per malatia», si nota una manicula sul margine destro (probabilmente di altra mano rispetto a quella che trascrive la lettera).
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Milano, Archivio storico civico e Biblioteca trivulziana, Triv. 116, lettera n. 8, 45r-v
Copia, manoscritto di altra mano.Manoscritto.Lettera firmata, indirizzo presente.
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Roma, Biblioteca nazionale centrale, V. E. 207, lettera n. 8, 9r
Copia, manoscritto di altra mano.Manoscritto.
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New York, The Morgan Library, MA 462, lettera n. 10, 83r-84v
- Edizioni
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- Tasso 1821-1832, lettera n. 222, V, p. 204
- Tasso 1822, lettera n. 26, p. 128
- Tasso 1852-1855, lettera n. 1293, V, pp. 20-21
- Bibliografia
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- Solerti 1892 = Angelo Solerti, Appendice alle Opere in prosa di Torquato Tasso, Firenze, Successori Le Monnier, 1892, p. 93, p. 104
- Resta 1957b = Gianvito Resta, Studi sulle lettere del Tasso, Firenze, Le Monnier, 1957, p. 171, p. 176, pp. 179-182, p. 203 e n.
Scheda di Francesco Amendola | Ultima modifica: 12 febbraio 2024
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