9, 1215-1272 Mantova, Archivio di Stato

Il cortese officio usato da V. S. in chiamarmi

Ragionai con mio padre a lungo, intorno alla elettione

Non havendo ancora havuto risposta da Vostra Signoria

Perché io so quanta congiuntion di parentado

Bench'io habbia molti parenti nobili, et alcuni illustri

La mia tragedia darà forse noia

La visita fattami in nome di Vostra Altezza

S'avanzerà a Vostra Signoria tempo di rileggere

Io stimo che 'l signor principe havrà letto il mio dialogo

Non mando a Vostra Signoria la canzona, perché l'ho già mandata

Mando a Vostra Altezza il maggior de' miei nipoti

Io sono stato sin hora spinto da la buona volontà a baciar le mani

Io volevo supplicar questa mattina Vostra Altezza, che mi facesse favore

Scrissi l'altro giorno al Serenissimo Principe pregando Sua Altezza che mi facesse grazia

Aspettiamo il ritorno di Vostra Altezza, il quale io credo che debba

Mentre d’alma real la febre ardente

Grandissimo dolore ho sostenuto, ma ringrazio Iddio

Le mie lettere possono essere ricevute in ogni luogo

Io vorrei esser tanto grato a Vostra Altezza ch'io potessi mandarle

Fosti Barbara in prima

Vostra Altezza vedrà in una lettera che mi scrive il Patriarca

Di due cedri de la riviera di Salò

O Vostra Signoria s'è scordato quello che voleva dirmi

Vostra Altezza potrà intendere da molti quanti anni siano

Son tanto dolente per l'infermità di Vostra Altezza e per la cagione quanto vorrei

Io credo che difficilmente mi saranno mandati i miei libri

Il barbiere di Vostra Signoria mi ha detto in suo nome

Mando a Vostra Altezza un mio picciol discorso del Segretario

Mi rincresce che la tragedia non mi sia rimandata al tempo ch'io aspettava

Do le buone feste a Vostra Altezza un'altra volta, e così esaudisca Iddio la mia preghiera

Mando a Vostra Altezza una canzone perché si degni leggere una piccola parte de le sue lodi

Omai io debbo sperare, che V.S. abbia scacciato

Ieri mi fu portata l'Epitome di S. Agostino

Ambo fiorir vedeste i figli vostri

Supplico Vostra Altezza che si degni di mandarmi

Torquato Tasso, umilissimo servitore di Vostra Altezza

Già son passati venti anni io mi servii d'un drappo di Vostra Signoria

S'io potessi coi miei servigi satisfare

Se V. S. avesse voluto da principio favorire

Io dimando a Vostra Altezza grazia di potermene andare

Scrivo a Vostra Signoria da Fano, a' 29 d'ottobre

Dopo la mia venuta a Roma, de la quale sono state molte le cagioni

Io mi sono partito da Mantova non come era la mia volontà

Se la grazia di Vostra Altezza m'avesse dato tanto ardire di parlar liberamente

Se la mia partita di Mantova fu senza la grazia di Vostra Altezza

A me niun'altra allegrezza rimane, e occasione di rallegrarmi

Signor, la gloriosa e nobil terra

Quella che trasse a te d’oscura parte

Né io ho potuto ritenere il signor Carlo ed il signor Pirro Gonzaga

Di nuovo torno a noiar Vostra Signoria co' miei propri fastidi

La mia fortuna m'ha costretto a giacere con fastidiosa infermità

Aspetto i quattro libri delle mie Rime, senza i quali non posso liberarmi

Non aspettava tanto favore da Vostra Altezza, quanto le è piaciuto

Risposi la settimana passata a la lettera di Vostra Signoria

Tale è veramente la grazia del signor duca di Mantova

Il devotissimo affetto de l'animo mio, co'l quale sempre

S'io meritassi d'esser creduto, mi sforzarei di persuadere

Mi è stato detto, che Vostra Altezza disidera di donarmi

Io non posso mancare a la servitù ch'io ho

Ringrazio Vostra Signoria de l'amorevole promessa

È alfine uscita in luce la mia Gerusalemme

Vivo ancora; e questa mia vita

Mi rincresce d'aver mai data a V. S. alcuna occasione