Il Forno overo de la nobiltà
Insieme editoriale: Dialoghi filosofici
Il Forno overo de la nobiltà è il primo dialogo composto da Tasso e, al tempo stesso, il primo componente di un’ideale triade che include anche il De la dignità e il Della precedenza (quest’ultimo portato a termine ma ben presto accantonato dall’autore per motivi di convenienza politica). Infatti, i tre dialoghi affrontano temi fra loro strettamente correlati e anzi costituiscono tre fasi di un unico ragionamento ambientato a Torino fra due personaggi legati alla corte dei Savoia, ossia il filosofo aristotelico Agostino Bucci e il cortigiano Antonio Forni.
L’interesse tassiano per il tema della nobiltà è coerente con l’atmosfera dell’Italia secondo-cinquecentesca, in cui si afferma un «concetto nuovo dell’onore, […] una cupa ed imperiosa religione della nobiltà e del sangue» (Dionisotti 1967, p. 203), come si ricava anche dalla torrenziale produzione coeva di trattati sulla nobiltà, sull’onore e sul duello (non a caso, il Forno occupa un posto di rilievo nella biblioteca del manzoniano don Ferrante, esperto di ‘scienza cavalleresca’). Nella redazione secondo l'ultima volontà d'autore (nota anche come Forno secondo), dopo aver dimostrato che la nobiltà si trova in tutta la scala dell’essere, sia pure con gradi differenti, Tasso definisce la nobiltà in generale come perfezione della forma, in particolare di quella operante. Con riferimento specifico alla nobiltà umana, essa risulta essere «virtù antica di schiatta, conosciuta per molte e continovate operazioni con abbondanza d’instrumenti opportuni per l’operare magnificamente». Di qui, Tasso passa ad esaminare partitamente i vari elementi della definizione di nobiltà umana, ossia: l’ereditarietà della virtù di schiatta; l’antichità della stirpe; la notorietà delle azioni gloriose e la loro continuità nel corso delle generazioni; le ricchezze e l’autorità. Nel corso di tale disamina, Tasso argomenta che la vita attiva è più nobile di quella contemplativa. Dedica inoltre un approfondimento specifico alle nozioni di onore e di virtù eroica, nonché alla figura del principe eroico, di cui è esempio paradigmatico Alfonso II d’Este. Il valore dirimente assegnato alla virtù di schiatta per la qualifica di ‘nobile’, a scapito della virtù morale individuale, è in accordo con il già ricordato processo di aristocratizzazione della società italiana fra secondo Cinquecento e primo Seicento (Erspamer 1982, p. 108; Aguzzi Barbagli 1989, pp. 406-410; Donati 1995, pp. 166-168). Il dialogo si conclude con una discussione sui titoli propri del principe.
Prendendo sempre come riferimento l’ultima redazione del dialogo, la principale autorità su cui si fonda Tasso è Aristotele, innanzitutto per l’Etica Nicomachea, la Retorica e la Politica, ma anche per la Metafisica, il De anima, l’Organon e le opere biologiche. Tuttavia, è notevole pure la presenza di Platone e di neoplatonici quali Proclo, Giamblico e Plotino. Una speciale attenzione è dedicata al ricchissimo dibattito sulla quaestio de anima, a partire da Aristotele e passando per i suoi principali commentatori da Alessandro di Afrodisia al Cinquecento, con un particolare interesse per il De unitate intellectus di Tommaso d’Aquino, ma guardando anche a Pico per attuare un’«audace concordia tra l’aristotelismo materialistico di Alessandro e le sacre scritture, […] per mezzo di un’ermeneutica neoplatonica» (Luparia 2007e, p. 153). Assai significativa è la componente storico-erudita, per cui Tasso attinge soprattutto agli storici latini, al De civitate Dei di Agostino e ai repertori di Giovanni Stobeo e di Isidoro di Siviglia. Sono numerosi anche i riferimenti a testi di carattere più spiccatamente letterario, fra cui meritano una menzione almeno il Convivio dantesco (per il commento alla canzone Le dolci rime d’amor ch’io solia) e la novella boccacciana di Tancredi e Ghismunda (Dec. IV 1).
- Titoli alternativi
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- Forno primo (redazione 1581)
- Forno secondo (redazione 1587)
- Struttura
Dialogo filosofico. Interlocutori: Agostino Bucci, Antonio Forni.
- Storia del testo
Tasso compose la primissima redazione (perduta) del Forno a Torino nell’inverno 1578-1579. Prima di partire dalla capitale sabauda, quindi prima del febbraio 1579, egli ne donò una copia al marchese Filippo d’Este (Lettere, ed. Guasti, 137).
Il testo fu rielaborato nel 1580, nello stesso periodo a cui risalgono la prima versione (perduta) del De la dignità e il Della precedenza. Secondo Raimondi, il lavoro venne ultimato prima del 3 dicembre, ma circa tale termine è stata proposta una retrodatazione di qualche mese (Baldassarri 1991, p. 83 n. 49). Ben presto cominciarono a circolare copie manoscritte del dialogo e, nel 1581, si giunse ad una sua pubblicazione ad insaputa dell’autore (Vicenza, Perin e Greco). Si tratta della versione comunemente nota come Forno primo, per distinguerla da quella pubblicata nel 1587, ossia il Forno secondo. Il Forno primo fu riedito numerose volte nel corso degli anni Ottanta. Fra le ristampe, va segnalata in particolare quella del 1583 per i tipi di Aldo Manuzio il Giovane, che Raimondi definisce «ristampa critica», poiché il testo fu controllato presso l’editore, anche se probabilmente senza la collaborazione tassiana.
L’autore lavorò al rifacimento del dialogo nel 1585. Il 21 giugno di quell’anno, egli inviava il manoscritto della nuova versione a Luca Scalabrini, chiedendogli di mostrarlo a Scipione Gonzaga e di trarne una copia ripulita dagli errori presenti nell’autografo, in modo da passare poi alla stampa. Nel novembre, Tasso sollecitava Giambattista Licino a far pubblicare il dialogo al più presto, insieme al De la dignità. Nella primavera del 1586 gli mandava le due lettere dedicatorie che aveva scritto per Scipione Gonzaga. In particolare, la dedicatoria del Forno risale probabilmente al 1586, mentre quella del De la dignità già agli ultimi mesi del 1585 (Olivadese 2016, pp. 94, 96). Nel maggio del 1586, Tasso chiese al Licino di restituirgli i manoscritti dei due dialoghi, per «ricorreggerli» e «migliorarli». La richiesta rimase però inascoltata. Il Forno fu pubblicato nella nuova versione (nota come Forno secondo) fra il marzo e l’aprile 1587 (Tasso 1587d).
A pubblicazione avvenuta, il Licino inviò l’autografo del Forno a Tasso, che lo ricevette il 18 maggio 1587 e, dopo aver rapidamente inserito cambiamenti ed aggiunte, lo rispedì al Licino il 1° giugno. Già il giorno seguente, tuttavia, e poi ancora il 6 e il 22 giugno, Tasso scriveva nuovamente al Licino per apportare ulteriori modifiche (Lettere, ed. Guasti, nn. 825, 827, 837). Nuovamente insoddisfatto di come il Licino stava curando la stampa, Tasso pretese la restituzione dell’autografo, che ricevette solo nell’ottobre del 1588. Quindi, cominciò a chiedere anche la restituzione di tutti gli apografi, temendo che uscisse qualche edizione pirata. Nel 1590 però, mentre si trovava a Roma, Tasso smarrì l’autografo. Pertanto, le sue richieste di restituzione degli apografi diventarono più insistenti, finché, dopo qualche anno, egli dovette arrendersi al silenzio del Licino.
La pubblicazione del Forno secondo non destinò il Forno primo all’oblio: nelle edizioni complessive dei Dialoghi pubblicate fra Seicento e Ottocento, infatti, sono incluse entrambe le redazioni. In continuità con tale tradizione, nell’ambito del suo progetto di edizione storica dei Dialoghi, Stefano Prandi ha pubblicato tutte e due le versioni (Tasso 1999). Nell’edizione critica di Ezio Raimondi, invece, solo il Forno secondo è incluso nel corpus canonico dei Dialoghi, in base al criterio dell’ultima volontà d’autore, mentre il Forno primo è relegato in appendice (Tasso 1958, vol. II, tomo I, pp. 1-113 e vol. III, pp. 3-112). Nell’edizione commentata di Giovanni Baffetti, che si fonda sul testo Raimondi, è compreso solo il Forno secondo (Tasso 1998a, vol. I, pp. 75-179). In particolare, Raimondi si basa sull’autografo Estense α-V-6-8 (pp. 227-410), ossia il manoscritto che Tasso aveva affidato allo Scalabrini nel 1585 per trarne la copia editoriale, e su cui poi aveva effettuato le modifiche del 1587. Raimondi tiene conto anche dei «concieri» delle lettere del 1587, che Tasso dimenticò di riportare nell’autografo, una volta rientratone in possesso nel 1588. La lettera dedicatoria al Gonzaga viene ricavata dall’edizione del 1587, perché è assente dall’autografo (fu infatti spedita a parte al Licino).
- Date di elaborazione
1578-1587
- Prime edizioni
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Tasso 1581h
= Torquato Tasso, Il Forno, overo della nobiltà dialogo di M. Torquato Tasso. Nuovamente posto in luce, et con diligenza corretto, In Vicenza, appresso Perin Libraro, et Georgio Greco compagni, 1581
(Forno primo)
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Tasso 1587d
= Torquato Tasso, Dialoghi e discorsi del Signor Torquato Tasso sopra diversi soggetti. Di nuovo posti in Luce e da lui riveduti e corretti. Dialogo Della Poesia Toscana. Per ordine alle sue Prose. Quinta Parte, in Torquato Tasso, Gioie di rime e prose del Signor Torquato Tasso. Nuovamente poste in luce per ordine dell’altre sue opere. Quinta e sesta parte, In Venetia, ad istanza di Giulio Vasalini Libraro in Ferrara, 1587
(cc. 67r-129v: Forno secondo)
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Tasso 1581h
= Torquato Tasso, Il Forno, overo della nobiltà dialogo di M. Torquato Tasso. Nuovamente posto in luce, et con diligenza corretto, In Vicenza, appresso Perin Libraro, et Georgio Greco compagni, 1581
- Edizioni di riferimento
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Tasso 1958
= Torquato Tasso, Dialoghi, edizione critica a cura di Ezio Raimondi, Firenze, Sansoni, 1958
(vol. II, tomo I, pp. 1-113; vol. III, pp. 3-112)
- Tasso 1999 = Torquato Tasso, Il Forno overo della nobiltà. Il Forno secondo overo della nobiltà, a cura di Stefano Prandi, Firenze, Le Lettere, 1999
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Tasso 1958
= Torquato Tasso, Dialoghi, edizione critica a cura di Ezio Raimondi, Firenze, Sansoni, 1958
- Bibliografia
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Erspamer 1982
= Francesco Erspamer, La biblioteca di Don Ferrante. Duello e onore nella cultura del Cinquecento, Roma, Bulzoni, 1982
(pp. 184-186)
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Aguzzi Barbagli 1989
= Danilo Aguzzi Barbagli, La difesa di valori etici nella trattatistica sulla nobiltà del secondo Cinquecento, in «Rinascimento», XXIX, 1, 1989, pp. 377-427
(pp. 406-410)
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Donati 1995
= Claudio Donati, L' idea di nobiltà in Italia (secoli XIV-XVIII), Bari-Roma, Laterza, 1995
(pp. 166-168)
- Costa 1997 = Daniela Costa, La prima traduzione francese del Forno tassiano: il Dialogue de la Noblesse di Antoine Le Fèvre de La Boderie, in Torquato Tasso. Cultura e poesia. Atti del Convegno di Torino e Vercelli, 11-13 marzo 1996, a cura di Mariarosa Masoero, Torino, Scriptorium, 1997, pp. 221-231
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Gagliardi 1998
= Antonio Gagliardi, Scritture e storia: averroismo e cristianesimo. Lorenzo de’ Medici, Sperone Speroni, Torquato Tasso, Giordano Bruno, Soveria Mannelli, Rubbettino, 1998
(pp. 125-171)
- Prandi 1999 = Stefano Prandi, Introduzione, in Torquato Tasso, Il Forno overo della nobiltà. Il Forno secondo overo della nobiltà, a cura di Stefano Prandi, Firenze, Le Lettere, 1999, pp. 5-19
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Corsaro 2003
= Antonio Corsaro, Percorsi dell’incredulità. Religione, amore, natura nel primo Tasso, Roma, Salerno, 2003
(pp. 64-86)
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Ardissino 2003
= Erminia Ardissino, Tasso Plotino Ficino: in margine a un postillato, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003
(p. 43)
- Luparia 2007e = Paolo Luparia, Il Tasso e l’anima (defunta) del grande inquisitore (Interpretazione del sonetto in morte di Paolo Costabili, Rime 953), in Domenico Chiodo; Paolo Luparia, Per Tasso. Proposte di restauri critici e testuali, Manziana (Roma), Vecchiarelli, 2007, pp. 131-206
- Baffetti 2013 = Giovanni Baffetti, Tasso, Boccaccio e la nobiltà della carne, in Boccaccio e i suoi lettori. Una lunga ricezione, a cura di Gian Mario Anselmi, Giovanni Baffetti, Carlo Delcorno e Sebastiana Nobili, Bologna, il Mulino, 2013, pp. 295-309
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Di Fonzo 2018
= Claudia Di Fonzo, Dalla letteratura al diritto e ritorno: il concetto di nobiltà da Dante a Tasso passando per Bartolo, in «Forum Italicum», LII, 1, 2018, pp. 3-16
(pp. 10-11)
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Cambiano 2019
= Giuseppe Cambiano, Etica aristotelica ed etica della corte in Torquato Tasso, in Êthikê Theôria. Studi sull’Etica Nicomachea in onore di Carlo Natali, a cura di Francesca Masi, Stefano Maso e Cristina Viano, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2019, pp. 429-450
(pp. 434-442)
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Alziati 2019
= Federica Alziati, Oltre la parodia: Manzoni e l’«autorità del Tasso». Emergenze dei Dialoghi tassiani nei Promessi sposi e negli scritti teorici, in Le forme del comico, Atti delle sessioni parallele del XXI Congresso dell’ADI (Associazione degli Italianisti), Firenze, 6-9 settembre 2017, a cura di Francesca Castellano, Irene Gambacorti, Ilaria Macera, Giulia Tellini, Firenze, Società Editrice Fiorentina, 2019, pp. 952-963
(pp. 956-961)
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Riga 2019
= Pietro Riga, Duello e cultura nobiliare nel Rinascimento. Il Dialogo dell’onore di Giovan Battista Possevino, in «Imitazione di ragionamento». Saggi sulla forma dialogica dal Quattro al Novecento, a cura di Vincenzo Caputo, Milano, Franco Angeli, 2019, pp. 84-94
(pp. 93-94)
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Vagni 2019c
= Giacomo Vagni, Note cronologiche e intertestuali su alcuni scritti di Torquato Tasso nei primi anni di reclusione (1579-1581), in «Studi tassiani», LXVII, 2019, pp. 55-74
(pp. 56, 57, 63, 64, 69)
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Vagni 2020
= Giacomo Vagni, Scritti in «forma d’orazione». Retorica e filosofia nelle prime prose del Tasso recluso, in «Studi tassiani», LXVIII, 2020, pp. 9-30
(pp. 26-27)
- Giani 2020 = Marco Giani, La concezione della nobiltà ne Il Forno di Torquato Tasso e nella Perfettione di Paolo Paruta, in Natura, Società, Letteratura, Atti del XXII Congresso dell'ADI - Associazione degli Italianisti (Bologna, 13-15 settembre 2018), a cura di Andrea Campana e Fabio Giunta, Bologna, Adi editore, 2020
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Favaro 2021
= Maiko Favaro, Le virtù del nobile. Precetti, modelli e problemi nella letteratura del secondo Cinquecento, Città di Castello, I libri di Emil, 2021
(pp. 221-278)
- Motta 2023 = Uberto Motta, I Dialoghi, in Tasso, a cura di Emilio Russo e Franco Tomasi, Roma, Carocci, 2023, pp. 159-187
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Erspamer 1982
= Francesco Erspamer, La biblioteca di Don Ferrante. Duello e onore nella cultura del Cinquecento, Roma, Bulzoni, 1982
- Risorse correlate
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- 42 lettere di Tasso in cui l'opera è citata