Il Costante overo de la clemenza
Insieme editoriale: Dialoghi filosofici
Il dialogo prende le mosse dall'assenza di una trattazione della clemenza nel corpus morale aristotelico, per poi offrire una rassegna analitica delle opinioni antiche intorno ad essa, e arrivare a coniarne una nuova definizione. Il protagonista, che coincide con l'autore, dopo averla distinta dall’equità e dalla mansuetudine a una prima conclusione sulla sua natura, affermando che essa non è una virtù divina, bensì una virtù umana «imparata per imitazione delle divine» (§ 24). Dopo aver ripercorso sinteticamente le autorità tradizionali sul tema (§§ 26-44), e aver accostato la clemenza all’equità di cui si parla nell’Etica Nicomachea, egli si sofferma sulla sua pertinenza regale (§§ 45-52), e ne propone una definizione innovativa che considerare come sua componente essenziale non soltanto il condono delle pene, ma anche l’elargizione delle ricompense (§§ 53-56). A questo punto, per illustrarne l’utilità politica, egli mette in serie alcuni exempla antichi (§§ 58-65), culminanti con la traduzione letteraria della storia di Augusto e Cinna tratta dal De clementia di Seneca (§§ 66-71). Segue una breve digressione dedicata al paragone tra la clemenza e l’arte del medicare, che in un dialogo dedicato a Ferdinando de’ Medici assume un’ovvia, benché implicita, finalità encomiastica (§§ 81-84). In conclusione, Tasso discute la compatibilità di una simile virtù con la rigida morale stoica, e suggerisce la possibile armonia fra clemenza e giustizia, sancita dalla dichiarazione che «o si concederà al saggio il perdonare, o si negherà all’uomo la virtù» (§ 91).
- Struttura
Dialogo filosofico; interlocutori: Torquato Tasso, Antonio Costantini.
- Storia del testo
La prima stesura era già completata il 15 ottobre 1589, quando Tasso chiede a monsignor Giovanni Angelo Papio un aiuto per far copiare il dialogo (cfr. Lettere, IV, n. 1178, pp. 250-251, e Raimondi 1958, I, pp. 50-51). Nello stesso periodo egli stava sondando la possibilità di un suo trasferimento a Firenze, ed è verosimile che il testo, dedicato al granduca Ferdinando I de’ Medici, prevedesse fin dall’inizio una simile destinazione (cfr. Russo 2002, p. 40, nota 139, e p. 239). La prima versione, d’altra parte, si legge in coda al ms. 379b = alfa V 7 7 della Biblioteca Universitaria Estense di Modena, subito di seguito al minutario autografo che conserva, in carte di poco precedenti, la redazione originale dell’Orazione in lode dei Medici (cfr. Russo 2020, pp. 17-18, 28 e 31).
Il testo stabilito dall’editore moderno, Ezio Raimondi, si fonda sulla redazione definitiva attestata da due mss. della Vaticana: il Barberiniano Latino 3909 e l'Ottoboniano 1132, che riporta anche la lettera di dedica e che fu probabilmente la base della prima edizione a stampa, uscita nel 1666 per le cure di Marcantonio Foppa (cfr. Raimondi 1958, I, pp. 164-170). Come ricorda Stefano Prandi (2014, p. 62, nota 100), il titolo Il Costante fu adottato da Raimondi sulla base del manoscritto autografo Estense, con scelta innovativa e contraria a tutta la tradizione a stampa e a parte di quella manoscritta, dove è invece intitolato Il Costantino.- Date di elaborazione
1589
- Testimoni manoscritti
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- 379b (Alpha V 7 7) • Modena, Biblioteca Estense Universitaria
- Prima edizione
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Tasso 1666
= Torquato Tasso, Delle opere non più stampate del Signor Torquato Tasso raccolte e pubblicate da Marc'Antonio Foppa con gli argomenti del medesimo, In Roma, per Giacomo Dragondelli, 1666
(vol. I, pp. 405-450)
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Tasso 1666
= Torquato Tasso, Delle opere non più stampate del Signor Torquato Tasso raccolte e pubblicate da Marc'Antonio Foppa con gli argomenti del medesimo, In Roma, per Giacomo Dragondelli, 1666
- Edizione di riferimento
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Tasso 1958
= Torquato Tasso, Dialoghi, edizione critica a cura di Ezio Raimondi, Firenze, Sansoni, 1958
(vol. II, tomo II, pp. 761-793)
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Tasso 1958
= Torquato Tasso, Dialoghi, edizione critica a cura di Ezio Raimondi, Firenze, Sansoni, 1958
- Bibliografia
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Rossi 2007
= Massimo Rossi, «Io come filosofo era stato dubbio». La retorica dei Dialoghi di Tasso, Bologna, il Mulino, 2007
(pp. 213-243)
- Chiarelli 2016 = Angelo Chiarelli, «Questa concordia è sempre ne le cose vere». Note per una contestualizzazione de "Il Costante overo de la clemenza" di Tasso, in «Filologia e Critica», 41, 2016, pp. 257-270
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Carta 2019
= Ambra Carta, Paradigmi del tiranno da Torquato Tasso a Vittorio Alfieri, in «Dionysus ex machina», 10, 2019, pp. 501-518
(503-506)
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Rossi 2007
= Massimo Rossi, «Io come filosofo era stato dubbio». La retorica dei Dialoghi di Tasso, Bologna, il Mulino, 2007
- Risorse correlate
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- 2 lettere di Tasso in cui l'opera è citata
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1 opera postillata
- Aristoteles Teophrastus et alii 1504 = Barb. Cr. Tass. 27, Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana