Lettera n. 962
- Mittente
- Tasso, Torquato
- Destinatario
- Pio, Marco
- Data
- [marzo 1588]
- Luogo di partenza
- [Roma]
- Luogo di arrivo
- Sassuolo
- Lingua
- italiano
- Incipit
- La cortesia e la liberalità di Vostra Signoria
- Regesto
Figura controversa, Marco dei Pii, signore di Sassuolo (1567-1599), era stato lungamente omaggiato in occasione delle sue nozze con Clelia Farnese, nell’agosto del 1587 (vd. il piccolo dossier di Rime, 1091-1099, dedicato a vari membri della famiglia, e vd. ancora Rime, 1576-1578 per Clelia Farnese; vd. Solerti 1895: I 566-567). Il suo invito a Sassuolo, poche settimane dopo, era stato l’occasione per Tasso per allontanarsi da Mantova (al riguardo molti elementi di chiarificazione giungono da Lettere, ed. Solerti, 79, scritta a Scipione Gonzaga il 29 ottobre; e vd. anche ivi, 81, scritta a Vincenzo Gonzaga). E del resto va anche ricordata una lettera precedente al Licino (Lettere, ed. Guasti, 503), ove proprio il giovane signore di Sassuolo sembrava poter essere un polo di consolazione per il poeta ancora recluso a Ferrara (al momento della dedicatoria della Quarta parte di Rime et Prose: Solerti 1895: II num. 243).
In questo passaggio, scrivendo ancora da Roma, dunque con ogni probabilità entro il marzo del 1588, Tasso ringrazia per il sostegno in denaro che gli permetteva di programmare il viaggio verso Napoli in maniera più serena (importante la correzione registrata in apparato al § 3); ma accompagna questo ringraziamento con una lettera fitta di riferimenti letterari e filosofici, con un tono conveniente a un interlocutore nobile, giovane e dai marcati interessi letterari. Per Marco Pio Tasso avrebbe anche composto un sonetto, collocato nell’edizione Solerti-Maier tra quelli di area cronologica incerta (Rime, 1614, Marco, gloria de' Pii, terror de gli empi), i cui toni, celebrativi della casata gloriosa e dell’ultimo discendente, possono essere avvicinati a questa missiva.
Per i rapporti con Pio vd. Lettere, ed. Guasti, 972 e 965, ma anche ivi, 708 e 710 in funzione di uno spostamento da Mantova, ivi, 837 (con una citazione eloquente del disincanto tassiano: «Nel dialogo de la Nobiltà io feci una giunta per mostrar gratitudine ne’ signori Pii, e speranza ne’ signori Bentivogli: ma ora mi son pentito; però vi prego che in quel luogo non mutiate il testo stampato. Con altra occasione mostrerò al signor Marco Pio quanto io gli sia obligato per dieci scudi donatimi, de’ quali non ho più alcuno», del 22 giugno 1587). Poi ancora Lettere, ed. Guasti, 1308; importante il particolare offerto in Solerti (1895: I 807-808) sulle iniziative di Marco Pio per ottenere gli autografi del Tasso dopo la sua morte.
- Testimoni
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Modena, Biblioteca Estense Universitaria, Est. It. 379b = alfa.V.7.7, lettera n. 5, 8r-9r
Minuta, manoscritto autografo.Unità di manoscritto composito, 2 cc..Indirizzo presente.
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Modena, Biblioteca Estense Universitaria, Est. It. 760 = alfa.T.5.23, lettera n. 5, 5r-v
Copia, manoscritto di altra mano.Manoscritto.
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Modena, Biblioteca Estense Universitaria, Est. It. 379b = alfa.V.7.7, lettera n. 5, 8r-9r
- Edizioni
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- Tasso 1616, lettera n. 310, pp. 367-368
- Tasso 1852-1855, lettera n. 962, IV, pp. 40-41
- Tasso 2020, lettera n. 5, pp. 54-55
- Bibliografia
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- Solerti 1895 = Angelo Solerti, Vita di Torquato Tasso, Milano-Roma, Loescher, 1895, I, pp. 566-567; 807-808; II, n. 243
- Tasso 2020 = Torquato Tasso, Lettere (1587-1589). Edizione critica e commentata del ms. Estense alfa V 7 7, a cura di Emilio Russo, Milano, Bites, 2020, pp. 54-55
- Russo 2022 = Emilio Russo, Torquato Tasso, in Autografi dei letterati italiani. Il Cinquecento, tomo III, a cura di Matteo Motolese, Paolo Procaccioli, Emilio Russo, Roma, Salerno editrice, 2022, pp. 369-416, p. 383
Scheda di Emilio Russo | Ultima modifica: 06 marzo 2024
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