Lettera n. 546

Mittente
Tasso, Torquato
Destinatario
Cato, Ercole
Data
[prima di 4 ottobre 1581]
Lingua
italiano
Incipit
Al sonetto di Vostra Signoria, che questa mattina mi ha dato il signor Giulio Mosti
Regesto

Tasso scrive che «oggi rispondo» a un sonetto del corrispondente Ercole Cato, avuto in mattinata da Giulio Mosti (Guasti suggerisce Rime, 777, Cato, vostra virtù chiusa o scoverta per cui cfr. Lettere, ed. Guasti, 546 p. 573, n. 1; per il Cato è anche il sonetto Rime, 776, Quella che nome aver di dea non merta). In risposta a una lettera «che a lui scrive» (Guasti sostiene un’incongruenza della costruzione della frase, per cui sembra che Mosti abbia scritto una lettera a se stesso: cfr. Lettere, ed. Guasti, 546 p. 573, n. 2: forse Tasso intende dire di una lettera del Cato al Mosti), il poeta informa che farà ristampare le sue rime, già stampate «ne lo stato di cotesta illustrissima ed eccellentissima Signoria», cioè a Venezia, dove crede che il Cato si trovi.

Testimoni
  • Firenze, Biblioteca nazionale centrale, Palatino 224/I, lettera n. 15, c. 18
    Copia, manoscritto di altra mano.
    Manoscritto.
    Indirizzo presente.
Edizioni
Opere citate

Rime. Parte seconda

Nomi citati

Scheda di Martina Caterino | Ultima modifica: 23 gennaio 2024
Permalink: https://www.torquatotasso.org/lettere/546