Lettera n. 485

Mittente
Tasso, Torquato
Destinatario
Grillo, Angelo
Data
4 aprile 1586
Luogo di partenza
Ferrara
Luogo di arrivo
Mantova
Lingua
italiano
Incipit
Mando a Vostra Signoria la risposta fatta al sonetto
Regesto

Tasso, con ritardo, riesce a inviare a Grillo il sonetto in risposta a Giulio Guastavini (Rime, 1295, Il nome antico a gran ragion famoso). Non è riuscito ad affrettarsi e per giustificarsi cita Petrarca («et per troppo spronar la fuga è tarda», Rvf, XLVIII). Invita Grillo a incolpare la natura che ha reso Tasso pigro, bisognoso dell'aiuto degli amici – alcuni persi per colpa della morte, altri per colpa della fortuna. Gli amici rimasti, inoltre, o non vogliono o non possono farsi vedere da lui, nonostante ciò sia il massimo desiderio di Torquato. Attende lo smeraldo che deve inviargli Paolo Grillo, ma anche le lettere: rifiuta di vergognarsi di chiedere ciò di cui ha bisogno. Tasso sottolinea l’assenza di novità per il «negozio di Bergamo» (l’aiuto che dovrebbe arrivargli da quella città e da Cristoforo Tasso per la liberazione da Sant'Anna). Pensa che ormai Giovan Paolo Olivo abbia ricevuto il sonetto scritto per lui (Rime, 1294, Divi augusti ed eroi, paesi e regni), visto che Tasso ha avuto modo di ricevere un libro da parte sua. Nel congedo Tasso non manca di menzionare l’amore che nutre nei confronti di Paolo Grillo e dello stesso Angelo.

Edizioni
Nomi citati

Scheda di Giorgia Gallucci | Ultima modifica: 18 gennaio 2024
Permalink: https://www.torquatotasso.org/lettere/485