Lettera n. 1553

Mittente
Tasso, Torquato
Destinatario
[Non identificato]
Data
[s. d.]
Lingua
italiano
Incipit
Mando a Vostra Eccellenza questo sonetto
Regesto

Tasso invia a un corrispondente non identificato un sonetto, ricordandogli di considerarlo suo servitore, di aver bisogno di protezione «in questa città» (forse quella del destinatario o forse quella in cui è di stanza lo stesso Tasso: ma entrambe non sono indicate e la missiva non risulta datata in nessuna fonte che la trasmette) e di necessitare in Milano di molti «favori». In chiusura di missiva, Tasso specifica che l'«imitazione de lo scettro è tolta da Omero e da Virgilio» e che le parole «gitta l’armi» sono in Eneide VI, libro «fortunato oltre gli altri libri di Virgilio». Forse l’allusione è al sonetto per il marchese Filippo d’Este, Rime, 574, Come lo scettro d’opre adorno e d’oro, che accoglie sia un riferimento allo scettro, sia un «gitta l’arme» al penultimo verso.

Testimoni
  • Modena, Biblioteca Estense Universitaria, Est. It. 644 = alfa.F.4.19
    Copia, manoscritto di altra mano.
    Manoscritto.
  • Firenze, Biblioteca nazionale centrale, Palatino 224/I, lettera n. 21, c. 20
    Copia, manoscritto di altra mano.
    Manoscritto.
    Lettera firmata, indirizzo presente.
Edizioni
Bibliografia
  • Resta 1957b = Gianvito Resta, Studi sulle lettere del Tasso, Firenze, Le Monnier, 1957, pp. 49n-50n; 184

Scheda di Martina Caterino | Ultima modifica: 02 gennaio 2024
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